Accuse di ingerenza ucraine nel referendum ungherese sull’adesione di Kiev all’ue: il caso Orban
Le tensioni tra Ungheria e Ucraina aumentano nel 2025, con accuse di spionaggio da parte dei servizi segreti ucraini e reazioni diplomatiche che minacciano la stabilità della regione.

Nel 2025 le tensioni tra Ungheria e Ucraina si acuiscono per accuse reciproche di interferenze e spionaggio legate al referendum ungherese sull’adesione di Kiev all’UE, con ripercussioni diplomatiche e politiche interne. - Unita.tv
Le tensioni politiche tra Ungheria e Ucraina hanno raggiunto un nuovo picco nel 2025, dopo che il primo ministro ungherese Viktor Orban ha denunciato un tentativo di interferenza da parte dei servizi segreti ucraini nel referendum ungherese sull’adesione di Kiev all’Unione europea. Le accuse, arrivate tra dichiarazioni ufficiali e social, rivelano un quadro di scontri diplomatici e mosse di intelligence che coinvolgono anche partiti politici nazionali e diplomatici di entrambi i paesi.
Orban convoca il consiglio di difesa e svela l’operazione dei servizi ucraini
Martedì pomeriggio Viktor Orban ha comunicato di aver convocato il Consiglio di Difesa ungherese, mobilitando le istituzioni per fronteggiare quella che ha definito una campagna diffamatoria orchestrata dai servizi segreti ucraini. Durante un discorso televisivo, Orban ha spiegato che l’obiettivo di Kiev sarebbe stato quello di ostacolare il voto pubblico sull’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, un referendum promosso dal governo ungherese per sostenere l’adesione.
Orban ha accusato l’Ucraina di intromettersi negli affari interni di Budapest tramite una rete coordinata che coinvolge anche forze politiche di opposizione ungheresi. L’attacco è arrivato pochi giorni dopo che i servizi di sicurezza ucraini, noti come SBU, avevano annunciato l’arresto di due presunti agenti di spionaggio ungheresi nell’Ucraina occidentale. La risposta di Budapest è stata immediata: due diplomatici ucraini sono stati espulsi dal paese.
Nel suo discorso il premier ha ricordato che l’intelligence ungherese è pronta a respingere ogni interferenza esterna. Orban ha sottolineato che decisioni di questo tipo non possono essere prese senza il consenso del popolo ungherese, e ha anticipato che altre azioni di spionaggio potranno avvenire durante la campagna elettorale del referendum.
Il ruolo di tisza e le accuse a un partito dell’opposizione
Al centro delle accuse di Orban c’è il partito Tisza, guidato dall’oppositore Peter Magyar. Tisza si propone come una forza politica centrista, che vuole ripristinare la democrazia ungherese e migliorare i rapporti con Bruxelles. Orban ha precisato che questo gruppo avrebbe avuto un ruolo attivo nell’operazione organizzata dai servizi segreti ucraini, definendo il caso come un episodio senza precedenti nella storia recente del paese.
Il riferimento a Tisza ha scatenato una reazione immediata da parte del leader del partito, che ha annunciato l’intenzione di querelare Orban per diffamazione e diffusione di informazioni false. Magyar ha accusato il primo ministro di creare paura e disinformazione per consolidare il proprio potere, e di accusare una fetta importante del paese di tradimento senza basi concrete.
Questa situazione ha acceso il dibattito politico interno in Ungheria, dove il clima si fa sempre più teso in vista del referendum. La presenza di un polverone politico che coinvolge accuse di spionaggio, interferenze estere e divisioni tra maggioranza e opposizione mette a dura prova la stabilità democratica del paese.
Il contesto delle relazioni tra ungheria e ucraina alle soglie di un voto delicato
Le relazioni diplomatiche tra Ungheria e Ucraina attraversano da tempo momenti complessi, aggravati dalla guerra in corso nella regione e dalle alleanze politiche. Budapest ha spesso mantenuto una posizione cauta e talvolta critica verso Kiev, specie per le questioni di minoranze ungheresi nelle regioni ucraine.
Il referendum sull’adesione di Ucraina all’Unione europea rappresenta una questione politica che tocca non solo la politica interna dell’Ungheria, ma anche gli equilibri europei. Il coinvolgimento diretto degli organi d’intelligence di entrambi i paesi in azioni che appaiono come tentativi di condizionare il voto apre uno scenario di tensioni che va oltre i confini nazionali.
Orban ha ribadito che né Bruxelles né Kiev potranno fare passi decisivi senza il consenso del popolo ungherese e senza rispettare le sovranità nazionali. A quel punto, la sfida si sposta sulle prossime settimane, che saranno decisive non solo per l’esito del referendum, ma anche per il futuro delle relazioni tra questi due vicini europei.
Le reazioni internazionali e le conseguenze diplomatiche del conflitto
Le accuse di Orban e la controffensiva dei servizi segreti ucraini hanno attirato l’attenzione delle cancellerie europee, preoccupate per l’instabilità che un conflitto diplomatico tra membri e aspiranti membri dell’Ue potrebbe generare. L’espulsione reciproca di diplomatici fra Budapest e Kiev è solo uno degli effetti immediati.
In un momento in cui l’Unione europea fatica a gestire crisi interne e problemi esterni, mantenere un equilibrio tra i paesi dell’Europa centrale e orientale si rivela un compito delicato. Questo scontro rischia di complicare gli sforzi diplomatici per la pace nella regione e di compromettere i meccanismi di cooperazione.
A livello interno, la tensione politica ungherese è destinata a influenzare la campagna referendaria, con un clima polarizzato e la possibilità di ulteriori scontri nelle piazze e nei media. Sullo sfondo continuano le mosse di intelligence, che potrebbero alimentare la tensione fino al giorno della votazione.