Il caso di Garlasco è tornato alla ribalta con nuovi dettagli emersi durante la trasmissione Storie italiane. Alessandro Politi ha raccolto testimonianze inedite dalla vicina di casa della nonna di Chiara Poggi, risiedente a Groppello, piccola località vicina alla scena del delitto. La villetta, abbandonata da tempo, quella sera aveva inusualmente la luce accesa. Ma chi l’ha accesa? E con quale scopo?
La testimonianza della vicina sulla luce accesa nella villetta della nonna di Chiara Poggi
La vicina di casa ha raccontato di un episodio che aveva colpito subito l’attenzione del marito, un agricoltore. La sera prima dell’omicidio, mentre tornava a piedi dalla cascina, aveva notato una luce accesa nella villetta che di solito restava completamente al buio, visto che risultava abbandonata. Il mattino seguente, la scoperta della tragedia: Chiara Poggi era stata uccisa in quella stessa casa.
Secondo quanto riportato, quella villetta era considerata un luogo quasi deserto, non più frequentato dalla famiglia da tempo. La madre di Chiara viveva infatti a Garlasco, e la loro abitazione si trovava altrove. La luce accesa, quindi, rappresentava qualcosa di anomalo. Questo dettaglio ha spinto i carabinieri a contattare il marito della vicina per raccogliere informazioni sulla serata in questione.
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Quella strana luce non è mai stata spiegata né collegata ufficialmente al delitto. Nel passare dei giorni, la notizia si è diffusa nella zona ma senza che emergessero ulteriori elementi concreti. La vicina ha sottolineato come Chiara non frequentasse mai quella villetta ma che invece il fratello della ragazza vi si recasse, da solo o con amici, cosa che aggiunge ulteriori punti interrogativi sulla presenza di persone in quei luoghi la sera del delitto.
Il mistero della villetta abbandonata e il ruolo della famiglia Poggi
La villetta nella zona di Groppello non era più abitata dalla famiglia Poggi e appariva ormai in stato d’abbandono. La mamma di Chiara, residente a Garlasco, non ne faceva uso; per questo la luce accesa ha generato stupore fra chi conosceva la situazione. La presenza o meno di qualcuno dentro quella casa è un nodo cruciale per le indagini, anche perché due mesi dopo l’omicidio la villetta subì un furto, senza che venissero trovati responsabili o moventi chiari.
Importante è ricordare che Marco Poggi, fratello di Chiara, si trovava in montagna al momento del delitto, mentre anche Chiara era con Alberto Stasi nella casa di Garlasco. Nessuno dei familiari aveva dunque una spiegazione plausibile sulla presenza di luce o persone nella villetta abbandonata quella sera.
Si aggiunge una nuova sfumatura al caso che da anni appassiona l’opinione pubblica e tiene acceso il dibattito sul possibile coinvolgimento di altre persone. La mancata attribuzione ufficiale di responsabilità in quella villetta crea un punto di domanda fisso tra gli investigatori e gli addetti al lavoro.
La posizione della difesa di alberto Stasi e le indagini sugli amici di Chiara Poggi
L’avvocato di Alberto Stasi, Giada Bocellari, ha fornito alcuni chiarimenti ai microfoni di Rai Uno. Ha ricordato che all’epoca i carabinieri hanno ascoltato tre testimoni riguardo alla luce accesa nella villetta. La vedova del vicino di casa è probabilmente tra questi. Tutti hanno concordato su un fatto strano ma nessuno ha collegato quell’episodio all’omicidio, soprattutto perché la nonna di Chiara si trovava in una struttura di riposo.
Bocellari ha confermato che Alberto Stasi e Chiara Poggi erano insieme nella casa di Garlasco durante la notte fatale, circostanza supportata da più elementi. Il fratello di Chiara era in vacanza con i genitori e l’unica persona che possedeva le chiavi della villetta abbandonata era Chiara stessa, che la usava solo per andare nell’orto a raccogliere frutta e verdura. In effetti, è stato trovato un biglietto nella casa di Garlasco con gli impegni che la ragazza aveva annotato per la villetta.
Il dubbio rimane: chi ha acceso la luce? Le forze dell’ordine non sono mai riuscite a chiarire se in quella villetta ci fosse qualcuno la notte prima del delitto o se quell’evento abbia qualche legame con l’omicidio di Chiara Poggi. La difesa continua a smentire ogni possibile coinvolgimento di altre persone, come Andrea Sempio, spesso citato negli ultimi sviluppi delle indagini. Ma la presenza della luce accesa resta un punto interrogativo irrisolto, una traccia che non ha ancora trovato una spiegazione definitiva.