9 maggio tra celebrazioni contrastanti e tensioni geopolitiche in Europa e Asia

Il 9 maggio rappresenta una data controversa, simbolo di vittoria per la Russia e di tensioni geopolitiche, mentre in Europa è associata alla pace e alla fondazione dell’Unione europea.
Il 9 maggio, celebrato tra memoria storica e tensioni geopolitiche, riflette divisioni tra Russia, ex blocco sovietico, Asia centrale ed Europa, evidenziando rischi di conflitti globali e nucleari. - Unita.tv

Il 9 maggio resta una data carica di significati diversi e contrapposti nel mondo. In Russia si festeggia la vittoria sulla Germania nazista nel 1945, una ricorrenza fortemente simbolica che riporta a eventi storici controversi e ancora oggi snodo di tensioni internazionali. Nel frattempo, altre nazioni dell’ex blocco sovietico e dell’Asia centrale la celebrano con differenti implicazioni politiche. L’Europa, intanto, riconosce il 9 maggio per motivi legati alla pace, ricordando la storica dichiarazione di Robert Schuman del 1950.

La complessità storica della festa del 9 maggio in russia e nei paesi limitrofi

Il 9 maggio rappresenta per la Russia un momento sacro in cui si ricorda la sconfitta della Germania nazista nella seconda guerra mondiale. La festività affonda le sue radici nella vittoria sovietica, ma occorre considerare un dato spesso messo in secondo piano: l’Urss aveva invaso parti dell’Europa orientale poco prima, dopo il patto Molotov-Ribbentrop del 1939 con la Germania, una intesa che aveva diviso i territori tra i due regimi totalitari. La memoria ufficiale russo-putiniana celebra la guerra come una lotta eroica ma ignora o minimizza questi dettagli controversi.

In molte ex repubbliche sovietiche e in stati balcanici, come la Serbia che mantiene relazioni strette con l’Unione europea, la ricorrenza viene ricordata con celebraziioni pubbliche. Il senso però cambia in base al contesto storico e politico di ciascuno stato. La presenza di queste nazioni alle celebrazioni russe testimonia legami ancora forti con Mosca, mentre in Europa occidentale il 9 maggio assume un’altra valenza, quella della pace e della riconciliazione, legata all’atto fondativo dell’Unione europea.

Le tensioni attuali: dalla sfilata militare alla diplomazia sospesa

Le tensioni internazionali sono aumentate negli ultimi anni e il 9 maggio è diventato uno specchio di queste divisioni. Nel 2025, durante la parata militare a Mosca, truppe cinesi hanno marciato insieme a quelle russe. Questa presenza è inedita e rappresenta un segnale forte di alleanze inedite. Nel passato, Cina e Unione sovietica avevano relazioni tese sfociate perfino in scontri armati al confine. L’attuale collocazione delle truppe cinesi sul suolo russo altera gli equilibri geopolitici della regione e sottolinea il riavvicinamento dei due paesi, in netto contrasto con l’Occidente.

Parallelamente, si assiste a negoziati energetici complessi tra Stati Uniti, Russia e Unione europea. La questione del gas russo verso il continente è al centro di grandi controversie, con proposte di intese basate su scambi energetici in cambio di riduzione delle tensioni. L’Europa però appare divisa su come affrontare la dipendenza energetica e le conseguenze politiche che ne derivano. La situazione rischia di peggiorare l’assetto internazionale e di aggravare la conflittualità.

I conflitti dimenticati che minacciano nuove crisi globali

Al di fuori dei riflettori più noti, esistono conflitti meno visibili ma altrettanto pericolosi, che riguardano risorse essenziali come l’acqua. La gestione dei fiumi e dei bacini idrici attraversa o delimita territori di stati con tensioni secolari. Il confronto tra Egitto e Sudan per il Nilo è uno di questi casi. Anche la guerra civile in Yemen, con la presenza di gruppi come gli houthi, si intreccia a queste dinamiche regionali con effetti destabilizzanti sulla sicurezza.

Il confronto tra India e Pakistan si mantiene acceso soprattutto intorno ai trattati che governano le acque del fiume Indo. La mancanza di aggiornamenti e di dialogo ha esacerbato la situazione, mentre l’Onu, che avrebbe il compito di mediare, mostra evidenti limiti nel gestire questi scontri intrecciati con la religione e la politica interna dei due stati. Questi conflitti sono un campanello d’allarme che indica quanto la possibilità di escalation militare resti elevata anche in aree meno seguite dai riflettori occidentali.

Il rischio di conflitti nucleari e segnali preoccupanti nel quadro internazionale

Le tensioni militari e politiche attorno al 9 maggio richiamano un contesto globale di rischio elevato. La marcia delle truppe cinesi sul suolo russo e lo scontro continuo tra India e Pakistan rappresentano scenari in cui il ricorso a ordigni nucleari non è più ipotesi lontana. Alcuni analisti parlano già di conflitti nucleari a bassa intensità che potrebbero svilupparsi da queste situazioni.

La retorica di leader come Volodymyr Zelensky, che mette in guardia circa la sicurezza dei partecipanti alle manifestazioni russe, evidenzia la tensione palpabile e la fragilità dello scenario. Le drammatiche parole riflettono un clima in cui la follia del potere sembra prevalere. Lo spettro di un conflitto aperto di dimensioni globali torna a farsi concreto, con effetti che coinvolgerebbero interi continenti. Il 9 maggio conferma così non solo una memoria storica, ma anche una linea sottile tra pace e guerra che si rompe spesso e con conseguenze gravissime.