Città del Messico vieta la crudeltà verso i tori: approvata una riforma storica per la tauromachia

Il 18 marzo 2025, il congresso di Città del Messico approva una riforma che vieta la crudeltà nelle corride, sostenuta dalla sindaca Clara Brugada, con sanzioni fino a 15 mila euro.
Città del Messico vieta la crudeltà verso i tori: approvata una riforma storica per la tauromachia Città del Messico vieta la crudeltà verso i tori: approvata una riforma storica per la tauromachia
Città del Messico vieta la crudeltà verso i tori: approvata una riforma storica per la tauromachia - unita.tv

Il 18 marzo 2025, il congresso di Città del Messico ha approvato una riforma che segna una svolta significativa nella regolamentazione delle corride, vietando esplicitamente qualsiasi forma di crudeltà nei confronti dei tori. Questa decisione, fortemente sostenuta dalla sindaca Clara Brugada, prevede sanzioni severe per chi non rispetta le nuove norme, con multe che possono arrivare fino a 15 mila euro. L’approvazione di questa legge rappresenta un passo importante verso la protezione degli animali e riflette un cambiamento nelle sensibilità culturali riguardo alla tauromachia.

La riforma e il suo impatto sulla tauromachia

La riforma approvata dal congresso di Città del Messico introduce un modello di “corrida senza violenza”, mirato a preservare il benessere degli animali coinvolti. Con 61 voti favorevoli e un solo voto contrario, il testo di legge stabilisce regole rigorose per la gestione delle corride, che includono il divieto di uccidere i tori sia dentro che fuori dall’arena. Inoltre, gli animali dovranno essere restituiti ai loro allevatori al termine dello spettacolo, garantendo così una maggiore tutela della loro integrità fisica.

La sindaca Brugada ha sottolineato l’importanza di questa riforma, affermando che “la crudeltà animale come spettacolo è vietata in questa città”. Questo cambiamento normativo è il risultato di un lungo confronto tra l’amministrazione cittadina e l’industria della tauromachia, che ha visto tentativi precedenti di limitare le corride senza risultati duraturi. La nuova legge, invece, si propone di affrontare il problema della violenza in modo diretto, stabilendo regole chiare e sanzioni per chi non le rispetta.

Dettagli chiave della riforma

La riforma introduce sette aspetti fondamentali che delineano il nuovo approccio alla tauromachia. Tra le misure più significative, si evidenziano:

  1. Divieto di uccisione del toro: Non sarà più permesso uccidere il toro durante le corride, né in arena né al di fuori.
  2. Restituzione degli animali: Al termine dello spettacolo, i tori dovranno essere restituiti ai loro allevatori.
  3. Tutela della salute degli animali: Saranno vietati maltrattamenti in qualsiasi fase dell’evento, garantendo il benessere degli animali.
  4. Eliminazione di strumenti affilati: Non sarà consentito l’uso di banderillas, spade o lance, permettendo solo l’uso di mantelli e drappi.
  5. Protezione delle corna: Saranno adottate misure per evitare danni ai tori e per garantire la sicurezza di altri animali e persone.
  6. Limitazione della durata: Ogni corrida non potrà superare i 10 minuti per toro, con un massimo di 30 minuti complessivi.
  7. Sanzioni severe: Le violazioni delle nuove regole comporteranno multe fino a 339.000 pesos, equivalenti a oltre 15 mila euro.

Queste disposizioni mirano a trasformare la corrida in un evento che rispetti i diritti degli animali, rispondendo così alle crescenti preoccupazioni della popolazione riguardo alla crudeltà verso gli animali.

La situazione della tauromachia nel mondo

Sebbene la corrida sia spesso associata alla Spagna, molti altri paesi, tra cui il Messico, continuano a praticare questa tradizione. Oltre al Messico, la tauromachia è presente in Colombia, Ecuador, Perù e Francia, dove le normative variano considerevolmente. Negli ultimi anni, la corrida ha suscitato un acceso dibattito, con molte organizzazioni per la protezione degli animali che la considerano una pratica obsoleta e crudele.

Le associazioni di allevatori, d’altra parte, difendono la corrida come parte integrante del patrimonio culturale e rurale delle regioni in cui viene praticata. Nonostante le difficoltà economiche che l’industria della tauromachia sta affrontando, gli allevatori sostengono che l’abolizione della corrida potrebbe portare alla scomparsa di ecosistemi legati all’allevamento del toro e a danni significativi per le comunità locali.

La riforma di Città del Messico rappresenta quindi un tentativo di mediazione, cercando di mantenere viva la tradizione della corrida, ma senza compromettere il benessere degli animali coinvolti. Resta da vedere se questa nuova impostazione sarà in grado di cambiare radicalmente la pratica della tauromachia nel lungo termine.

Â